Autore:
Travaini L.
Anno Edizione:
2013
Collana diretta da Lucia Travaini. Questa collana accoglie studi e ricerche dedicati principalmente alle monete, antiche, medievali, moderne. Le monete sono “territorio” della numismatica ma il termine “numismatica” – con il suo tono arcaico e forse polveroso – spesso scoraggia il pubblico e ad alcuni ricorda i francobolli: filatelia e numismatica sono spesso associate, in molti circoli per esempio, dalla comune passione dei collezionisti. Questa collana dal titolo MONETE, che apre proprio con la storia di un grande collezionista, vuole porre l’accento soprattutto sulla enorme valenza storica delle monete, sulla loro potente simbologia, e su molti altri aspetti, che terranno in considerazione anche i legami – e relative differenze – con altri materiali, come medaglie o gettoni. La numismatica può sembrare ancora a molti una disciplina isolata ed elitaria, ma le monete sono invece ovunque, nei nostri pensieri e preoccupazioni, nei nostri progetti e speranze, e lo stesso vale per il passato, da quando le monete metalliche furono inventate: monete raccolte e tesaurizzate, monete falsificate, monete supporto di immagini e veicolo fondamentale ed unico – certo prima dell’invenzione della stampa – dell’immaginario degli stati che attraverso le monete potevano raggiungere un vasto pubblico.Monete per i commerci, ma anche monete per tutti i rituali: rituali della morte (monete nelle tombe) e della vita (monete taumaturgiche, monete icona, e perfino monete reliquia).Monete soprattutto per la storia: il programma fondamentale della collana è appunto quello di presentare di volta in volta il ruolo delle monete nella storia, senza limiti cronologici, e con storia si intende ovviamente ogni storia, che venga dalla ricerca archeologica, o sia storia della tecnologia e del lavoro – vista nelle zecche e nei loro prodotti – o storia delle mentalità attraverso gli usi rituali che delle monete venivano fatti. Tanta storia proposta a lettori diversi, studenti, studiosi, curiosi.
Isbn:
978-88-7140-492-9
Materie:
Numismatica
Formato:
15x21
Allestimento:
Brossura
Numero Pagine:
344
Illustrazioni:
bn e colori
Casa Editrice:
Edizioni Quasar
Cod. :
AC080200
Come leggere un ritratto monetale medievale? L’autrice accompagna il lettore in un mondo visivo mai esplorato finora con questa ampiezza, ricostruendone le origini a partire dai precedenti nel mondo greco e romano, ed esplorando immagini sovrane dall’alto Medioevo fino agli inizi del Rinascimento in tutta Europa. Sono ritratti tipologici, di categoria: un re ha corona e scettro; un vescovo mitra e pastorale; un duca è armato. Non si può cercare una fisionomia realistica in un tempo in cui il concetto di individuo era molto diverso dal nostro: semmai si potevano indicare baffi o barba, anche se non sempre possiamo essere certi della loro effettiva ‘realtà’. Ma perché Carlo il Calvo? Il soprannome di quel sovrano anticipa questa conclusione: Carlo sembra avesse infatti molti capelli e sui rari ritratti monetali le foglie della corona d’alloro si intrecciano ai capelli: nome, ritratto e fisionomia sono elementi non sempre in accordo.
I ritratti erano importanti: segno di potere e di forte affermazione, mostravano la presenza del signore e ne manifestavano l’autocoscienza. Per un ritratto monetale – di qualsiasi periodo e forma esso fosse – era imprescindibile un presupposto giuridico e non sono rari gli ‘abusi di ritratto’, come quello di Azzone Visconti a Cremona; ma si conoscono anche sovrani che non furono interessati a esporsi su moneta, e altri che invece ci provarono senza successo a causa dell’opposizione locale.
In queste pagine incontreremo la treccia annodata di re Dagoberto I e gli occhi globulari di un re norvegese, le immagini di Barbarossa e Federico II e di molti altri. Tra Medioevo e Rinascimento il marchese di Mantova ebbe due ritratti monetali: il primo, ‘medievale di categoria’ come uomo d’armi a figura intera nel 1446, ed il secondo, ‘del Rinascimento’ con la sola testa nel 1472, quando ormai egli aveva raggiunto uno status adeguato nel quadro politico del tempo: il marchese era un uomo accorto e conosceva le regole, anche quelle del ritratto.
******************************
Redazione editoriale di Sarah Fontana
.................................................................................................................................................................................................................
Recensione su Revue Belge de Numismatique et de Sigillographie CLXI, 201, pp.418-421
VISUALIZZA LA RECENSIONERecensione a cura della rivista “Monete Antiche - Bimestrale di Numismatica classica e medioevale”, XIII, numero 75, maggio-giugno 2014, p.43.
VISUALIZZA LA RECENSIONE
Sommario: Esergo. Introduzione. 1. Il ritratto monetale nel medioevo: premesse. I capelli di Carlo il Calvo: ragioni di un titolo. Che cos’è un ritratto? L’uso del termine ritratto. Ritratti nel Rinascimento. Fisionomico e fisiognomico. Ritratti nel medioevo. A destra, a sinistra, di fronte. L’immaginario, il simbolico e la realtà fisica. Barbe e capelli. Ritratti monetali come casi storiografici. Che cosa fa grande un re? La “propaganda” e la reazione del pubblico. I nomi delle monete. Damnatio memoriae. Memoria dell’antico, antenati e fondatori. I modelli antichi. Il lessico monetale. Le zecche e gli usi delle monete. Icona e ritratto: il volto dei sovrani vivi e dei sovrani defunti. Il ritratto dell’imperatore. Il volto di Cristo. 2. Storia degli studi sul ritratto monetale medievale. I porcospini anglosassoni: ‘ritratti’ degenerati, lupa con gemelli, oppure navi a remi? 3. Testo e immagine. I ritratti, la scrittura e il resto. La scrittura: il nome, i titoli e i numeri dei re. Composizione di testo e immagini. Altri elementi dell’iconografia monetale medievale. 4. Le origini del ritratto monetale: il mondo greco e romano. Il mondo greco. Il mondo romano. 5. Ritratti bizantini. 6. I re dai lunghi capelli. Modelli e innovazioni dei ritratti monetali dei Regni romano-barbarici. Vandali. Ostrogoti. Merovingi. Il copricapo dei vescovi merovingi. Longobardi. Visigoti. Anglosassoni. Intorno al 690 d.C.: l’affermazione dell’immaginario sovrano altomedievale. 7. Busti carolingi e re “senza memoria” (IX-XI secolo). Da Carlo Magno a Carlo il Calvo. Monogrammi e busti: scambi e deformazioni. Ritratti anglosassoni da Offa ad Aroldo II. Il papa, san Pietro, san Gennaro. I re “senza memoria”. Il falso ritratto di un re “senza memoria”. 8. L’Italia meridionale e la Sicilia: principi longobardi e sovrani normanni, svevi e angioini. Da Gisulfo II di Salerno ai re normanni. Enrico VI. Federico II. Gregorio IX e l’imperatore: ritratti ‘contro’. Gli Angiò. 9. Imperatori e città, signori e papi sulle monete italiane tra XII e XIV secolo. Città e Federico Barbarossa. Città e Federico II. Da Enrico VII a Carlo IV. Signori e città. Roma, papi e senatori. Repubbliche. Modelli, dipendenza giuridica, autocoscienza: Francesco I Gattilusio. 10. Immagini di sovrani nell’Europa medievale. Sovrani santi, santi sovrani. 11. Le donne sulle monete. Donne raffigurate. Donne nominate e non raffigurate. Le regine reggenti. Re o regina? 12. Verso le fine del medioevo: immagini e ‘veri’ ritratti dei nuovi signori. Le prime teste con uno spirito nuovo: re, duchi e marchesi. Bellezza in circolazione. 13. Conclusioni. Post scriptum: l’“auto-icona” di Jeremy Bentham. Bibliografia. Crediti fotografici. Indice dei nomi di persona e di luogo.